s. m. Periodo di interruzione, di sosta nello svolgimento di qcs. (GDLI; GRADIT , 1516-1532 ; GRADIT: basso uso)

s. m. mus.,spett./teatro/cine., Spec. dal XVI al XVIII secolo, breve scena di carattere comico e giocoso con musiche e balletti, inserita fra un atto e l’altro di un’opera seria (e anche di una commedia), per svagare gli spettatori (raggiunse il culmine della fortuna nell’età barocca, quando divenne un genere autonomo e originale). (DELI; GRADIT; LESMU , 1598 )

s. m. mus.,spett./teatro/cine., Breve opera comica o farsesca, solitamente con due soli personaggi (soprano e basso buffo) e un organico strumentale quasi sempre limitato agli archi e al clavicembalo, che veniva rappresentata durante gli intervalli di un’opera seria; assai diffusa in Italia nel secolo XVIII, e anche in Francia, Inghilterra, Germania da parte delle compagnie italiane. (GDLI; GRADIT; LESMU , 1720 )

s. m. spett./teatro/cine.,"Nessuna categoria", Intervallo tra due atti di una rappresentazione teatrale o di uno spettacolo. (GDLI; GRADIT , 1851-1860 )

s. m. spett./teatro/cine., Nel teatro moderno e contemporaneo, sezione di un’opera drammatica, strutturalmente simile a un atto vero e proprio, che, per lo più in stretta connessione con la vicenda rappresentata, ha la funzione di esprimere con forte rilievo un’azione complementare o di creare diversi piani di realtà (GDLI , 1924 )

s. m. mus., Breve composizione pianistica in forma libera; interludio. (DELI; GRADIT , 1884-1886 )

s. m. Breve intrattenimento di carattere leggero e vario, rappresentato tra un atto e l’altro di uno spettacolo o trasmesso tra due programmi televisivi o radiofonici consecutivi. (GRADIT , senza data )