agg. m. ⧖ lett. Di colore molto scuro, simile a quello del carbone e della pece; nero. (GRADIT; TLIO , fine VIII sec. - inizio IX sec. )

agg. m. bot./agric.,gastr./enol., Rif. all'uva o al vino, che presenta diverse sfumature del colore violaceo o del vermiglio cupo. (GDLI; TLIO , terzultimo decennio XIII sec. )

s. m. ⧖ lett. Il colore nero. (TLIO , primi decenni XIII sec. )

agg. m. ⧖ Rif. a una persona, che (sia per nascita, sia per effetto dei raggi solari) ha la pelle di colore molto scuro (anche con idea svalutativa). (TLIO , metà XV sec. ; La prima attestazione è in volgare marchigiano nella forma nigro. )

s. m. ⧖ Persona dalla pelle molto scura (per nascita). (TLIO , av. 1374 )

agg. m. Che, chi appartiene alle diverse etnie del ceppo negride, originarie del continente africano, caratterizzate da pelle scura; nell’uso attuale, il termine (ritenuto corrisp. all’angloamericano nigger) è avvertito o usato con valore spregiativo e discriminatorio ed è sostituito da nero. (DELI; GDLI; GRADIT; Treccani online , 1532 ; L'accezione spregiativa si è venuta affermanco nel corso degli anni '90 dello scorso sec. Ancora Zingarelli 1998: «Il termine è talora inteso come spregiativo e gli si preferisce nero». )

agg. m. Relativo alle popolazioni del ceppo negride; in patic., caratteristico, peculiare delle tradizioni cul­turali africane o delle culture nelle quali è determinante la componente africana (musica, canto, danza, ecc.). (GDLI; GRADIT; Treccani online , 1940 )